Chiedetemi cos'è il tatto e vi risponderò che è amore.
Troppo mieloso?
Eh, sì! La gente si spaventa
molto con l’amore. Si preferisce essere freddi e distaccati, distanti da ogni
manifestazione che renda l’essere più umano. Come se, nel dimostrare con un
gesto affettuoso i propri sentimenti, fosse sinonimo di debolezza.
Io non mi sento per niente debole
eppure vado distribuendo baci e abbracci, tengo per mano, accarezzo… perché
penso: se queste cose mi mancano da morire, mancherà a tutti.
Il tatto però è uno dei sensi più
difficili da essere gestito nei giorni d’oggi.
Appena accenni ad un
avvicinamento, l’altro scappa. Si ha paura delle malattie che si possono
trasmettere, delle interpretazioni e delle conseguenze dell’essere spontanei e
sinceri.
Per definizione il tatto è una
funzione che ci consente di riconoscere i materiali, la loro durezza, la loro
forma, il calore all’esterno del nostro corpo. Ma è anche la sensibilità di
trattare gli altri. E’ più facile parlare sotto l’aspetto dell’educazione e del bon ton.
Nel senso che bisogna avere tatto nel parlare, nel rivolgersi alle persone
usando un tono amichevole, chiedere con garbo, concludere una conversazione
senza sembrare di annoiarsi, fare attenzione perché ci sono persone molto
suscettibili, sensibili, che potrebbero rimanere male con una risposta secca e
scontrosa.
Per non parlare del posto di
lavoro. Puoi trovare un capo che è sempre sgarbato e che il tatto non fa
proprio parte del suo vocabolario, così come puoi trovare colleghi sempre di
malumore e che nell’insieme ti rendono la vita lavorativa un grandissimo
stress. Della serie che ad una semplice domanda ne seguono infinite risposte
sgarbate che non solo non rispondono alla domanda ma ingigantiscono un problema
praticamente inesistente.
Tutti noi ci possiamo svegliare
con un mal di testa piuttosto che con un dolore al mignolo o la cervicale che
si risveglia in una giornata uggiosa. L’importante è ricordarsi che qualunque
cosa subbiamo, la subiscono tutti.
E’ comprendere che oggi capita a
te e domani a me.
Sapete come cambia la vita se usiamo
il tatto per fare cose che vorremmo facessero e accadessero a noi?
Sapete come gli altri si sentono
disarmati dalla loro compostezza esagerata quando ci apriamo in un sorriso e diciamo
semplicemente BUONGIORNO!?
Non si perde niente a fare le
cose che gli altri si aspettano da noi. Tipo: una telefonata ad una persona
amica, che è tanto orgogliosa che di là non si muove, e se non lo fai tu,
niente. Silenzio. Allora falle questa telefonata, no?
Cosa perdiamo ad aspettare la
persona che sta correndo per prendere l’ascensore quando abbiamo appena premuto il nostro piano?
Magari non vi guarderà in faccia né vi saluterà o ringrazierà, chissà? Però, tu
ti sentirai bene e l’altro sicuramente in imbarazzo.
E cosa si perde a cedere il
proprio posto nella fila del supermercato quando vedi qualcuno con un solo
pezzo da pagare?
Potrei fare mille esempi, ma la
conclusione è sempre la stessa. E’ come ognuno di noi vorrebbe essere trattato:
con gentilezza, garbo, educazione, attenzione. E’ chiaro che la somma di tutto
questo è soltanto l’amore.
Una volta intrapreso questo
percorso, il risultato è garantito. Si vive meglio, si ha piacere di stare con
gli altri e alzarsi la mattina significherà aprire una porta alle belle
notizie.
Il cibo che suggerisco per sentire le qualità del vostro tatto è la mela. Io preferisco quella verde, lavatela bene e addentatela con gusto...un piacere tattile che il palato non disdegna.
Il cibo che suggerisco per sentire le qualità del vostro tatto è la mela. Io preferisco quella verde, lavatela bene e addentatela con gusto...un piacere tattile che il palato non disdegna.
Il brano di oggi per il tatto è
di un ragazzo italiano di grandissimo talento che vorrei vedere nelle
classifiche mondiali quanto prima.
Per ora aspettiamo il Festival di
Sanremo tra qualche giorno, dove lui parteciperà.
Godetevi Raphael Gualazzi