domenica 3 febbraio 2013

TATTO




Chiedetemi cos'è il  tatto e vi risponderò che è amore.                    
Troppo mieloso?
Eh, sì! La gente si spaventa molto con l’amore. Si preferisce essere freddi e distaccati, distanti da ogni manifestazione che renda l’essere più umano. Come se, nel dimostrare con un gesto affettuoso i propri sentimenti, fosse sinonimo di debolezza.
Io non mi sento per niente debole eppure vado distribuendo baci e abbracci, tengo per mano, accarezzo… perché penso: se queste cose mi mancano da morire, mancherà a tutti.
Il tatto però è uno dei sensi più difficili da essere gestito nei giorni d’oggi.
Appena accenni ad un avvicinamento, l’altro scappa. Si ha paura delle malattie che si possono trasmettere, delle interpretazioni e delle conseguenze dell’essere spontanei e sinceri.
Per definizione il tatto è una funzione che ci consente di riconoscere i materiali, la loro durezza, la loro forma, il calore all’esterno del nostro corpo. Ma è anche la sensibilità di trattare gli altri. E’ più facile parlare  sotto l’aspetto dell’educazione e del bon ton. Nel senso che bisogna avere tatto nel parlare, nel rivolgersi alle persone usando un tono amichevole, chiedere con garbo, concludere una conversazione senza sembrare di annoiarsi, fare attenzione perché ci sono persone molto suscettibili, sensibili, che potrebbero rimanere male con una risposta secca e scontrosa.
Per non parlare del posto di lavoro. Puoi trovare un capo che è sempre sgarbato e che il tatto non fa proprio parte del suo vocabolario, così come puoi trovare colleghi sempre di malumore e che nell’insieme ti rendono la vita lavorativa un grandissimo stress. Della serie che ad una semplice domanda ne seguono infinite risposte sgarbate che non solo non rispondono alla domanda ma ingigantiscono un problema praticamente inesistente.
Tutti noi ci possiamo svegliare con un mal di testa piuttosto che con un dolore al mignolo o la cervicale che si risveglia in una giornata uggiosa. L’importante è ricordarsi che qualunque cosa subbiamo, la subiscono tutti.
E’ comprendere che oggi capita a te e domani a me.
Sapete come cambia la vita se usiamo il tatto per fare cose che vorremmo facessero e accadessero a noi?
Sapete come gli altri si sentono disarmati dalla loro compostezza esagerata quando ci apriamo in un sorriso e diciamo semplicemente BUONGIORNO!?
Non si perde niente a fare le cose che gli altri si aspettano da noi. Tipo: una telefonata ad una persona amica, che è tanto orgogliosa che di là non si muove, e se non lo fai tu, niente. Silenzio. Allora falle questa telefonata, no?
Cosa perdiamo ad aspettare la persona che sta correndo per prendere l’ascensore  quando abbiamo appena premuto il nostro piano? Magari non vi guarderà in faccia né vi saluterà o ringrazierà, chissà? Però, tu ti sentirai bene e l’altro sicuramente in imbarazzo.
E cosa si perde a cedere il proprio posto nella fila del supermercato quando vedi qualcuno con un solo pezzo da pagare?
Potrei fare mille esempi, ma la conclusione è sempre la stessa. E’ come ognuno di noi vorrebbe essere trattato: con gentilezza, garbo, educazione, attenzione. E’ chiaro che la somma di tutto questo è soltanto l’amore.
Una volta intrapreso questo percorso, il risultato è garantito. Si vive meglio, si ha piacere di stare con gli altri e alzarsi la mattina significherà aprire una porta alle belle notizie.
Il cibo che suggerisco per sentire le qualità del vostro tatto è la mela. Io preferisco quella verde, lavatela bene e addentatela con gusto...un piacere tattile che il palato non disdegna.
Il brano di oggi per il tatto è di un ragazzo italiano di grandissimo talento che vorrei vedere nelle classifiche mondiali quanto prima.
Per ora aspettiamo il Festival di Sanremo tra qualche giorno, dove lui parteciperà.
Godetevi Raphael Gualazzi

  

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