lunedì 21 gennaio 2013

PALATO


E’ un senso animale collegato alla memoria.  
L’esempio più palese in natura sono proprio i cani e gatti che, da randagi, una volta dato da mangiare, torneranno sempre allo stesso posto. 
Trattasi di istinto, ovviamente, ma personalmente penso che tutti noi vorremmo tornare in un posto perduto nel tempo che ci ha tanto gratificato,  e magari trovare ad aspettarci la stessa persona che fa parte di quel ricordo. Difficilmente si dimentica di un buon pasto che ha unito gusti e persone speciali.
A me piace molto trovarmi a tavola perché credo sia il posto migliore per chiacchierare, per passare del tempo in compagnia a parlare di qualsiasi argomento. A tavola si conoscono i gusti, le preferenze, le storie. A tavola nascono i ricordi che alimenteranno altre tavole con altri commensali.  E’ a questo senso del palato che mi rivolgo per mantenere vivo il passato, per sentire l’appartenenza ad un gruppo di persone. Difficile immaginare una vita senza il gusto.
Negli ultimi tempi poi, è divenuto così importante che siamo bombardati. Come ti giri si parla di CUCINA. Vai dal giornalaio e trovi una sfilza di titoli che vanno dagli antipasti ai dolci, dal semplice tramezzino alla torta all’americana fatta di mille strati di glassa di zucchero colorata a più piani.
Avrete notato cosa succede in TV: qualsiasi programma di qualsiasi canale trova sempre il modo per inserire un “ricettina” pratica e veloce, con suggerimenti di ogni genere. Sicuramente sarà un metodo pubblicitario per collegare il tema del programma al cibo realizzato. La gente si ricorderà senz'altro di quello che si è parlato se in mezzo salta fuori un improvvisato chef, che rende meno pesante l’argomento dell'alluce valgo, piuttosto che i metodi di allevamento dei tacchini.
Per non parlare delle gare di cucina, dei reality con aspiranti chef e dei nuovi personaggi nati nel piccolo schermo proprio cimentandosi tra i fornelli.
Forse stanno esagerando un po'.
Sarà colpa della crisi economica e politica.
A me rimane la voglia delle cose più semplice, con gusto di casa, come il dolce della zia, i maccheroni della nonna, il sugo della mamma... quelle che poi sono veramente importanti, perché seguono una tradizione famigliare, che segue una tradizione territoriale, che fa la storia dell’Italia.
Siamo entrati nel periodo di carnevale e la tradizione italiana offre infinite ghiottonerie da assaggiare: bugie, fritelle, chiacchiere, bomboloni, cenci, castagnole... Nessuno di questi nomi vi riporta indietro nel tempo?



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